Sono passati quasi quindici anni da Danzando e sono cambiate tante cose e, forse, in qualche modo sono cambiata anche io.
Non saprei dire se in meglio o in peggio ma quel che è certo l'atteggiamento nei confronti della vita e delle persone, tutte, è cambiato molto.
Perdere persone importanti o scoprire di avere una malattia che non guarirà mai completamente apre porte che avresti voluto tenere chiuse e cominci a dare la giusta importanza a ciò che accade intorno a te e alle persone che pensi di avere vicino ma vicino non sono.
Ho capito che il dolore non si cancella facendo finta che non esista. Il dolore bisogna attraversarlo, viverlo per renderlo meno avvolgente perchè chi ci manca ci mancherà per sempre e in quella mancanza ho imparato a conviverci.
Tutti questi cambiamenti mi hanno reso ancora più schiva e refrattaria alle parole fini a se stesse, insomma tutte quelle parole di circostanza che spesso le persone dicono "perché è così che si fa", perché erroneamente si crede sia consolatorio ma nella realtà ti fanno sentire ancora più sola.
Perché nella malattia come nel dolore alla fine si é soli.
In quei lunghi anni scrivere mi é mancato ma era come se tutto dentro si fosse congelato in attesa del vento caldo o, forse, nell'attesa di riprovare quella sensazione di libertà che sono la scrittura spesso mi da.
Ho chiuso in grandi scatole emozioni, lacrime, dolore perché chi mi stava vicino non dovesse vivere quel tormento che era solo mio e, così facendo, dentro qualcosa si è rotto e mi ha reso ancora più schiva e chiusa di quanto non lo fossi già.
Il sorriso del "sto bene", "va tutto bene" che gli altri, tutti gli altri avevano bisogno di sentirsi dire anche quando non stavo bene affatto, anche quando non andava tutto bene.
Poi la morte improvvisa di mio padre ha aperto quelle scatole rovesciandomi addosso tutto quello che avevo disperatamente e scientemente cercato di rimuovere. Il dolore per la sua mancanza mi ha investito così violentemente da lasciarmi interdetta e, a tratti, disperata per mesi.
Lui era il mio eroe, era l'uomo più importante della mia vita. Devo a lui se oggi sono chi sono e, mi manca così tanto da lasciarmi senza fiato.
La vita é stata un sali e scendi continui e anche quando pensavo di non farcela alla fine, non so come, arrivavo in cima.
Non sono più la persona di Danzanzo seppur sia sempre la stessa.
Lughe