Scivo con la penna rossa quando tutto assume contorni indefiniti e la penna rossa mi illude di poterli definire.
In realtà non succede mai, ma insisto come quando pretendo di riparare oggetti che sarebbe meglio buttare e non ci riesco mai.
Lo so, eppure continuo nonostante il risultato, a volte, sia pessimo ma li guardo e quella imperfezione mi consola, mi fa sentire perfetta per quella imperfezione: diversa e imperfetta in questo mondo di super perfetti.
Questo mondo che identifica tutto con etichette sterili e in una lingua che non è la mia: "you are perfect", "you are trendy", "you are socially on top".
Quando assisto a dialoghi come questi (in metrò succede spesso) capisco, se ce ne fosse bisogno, che mi piace moltissimo la mia imperfezione, il mio essere sempre fuori tema, stonata in melodie noiose e non armonizzate, perché non mi interessa che le persone siano perfette mi interessa che siano se stesse, imperfezioni comprese.
Sono quelle imperfezioni che rendono le persone uniche in un mondo che ci vuole tutti uguali e perfetti.
Ma perfetti per cosa?
Chi stabilisce cosa è perfetto e cosa non lo è?
Così scrivo con la penna rossa e mi ostino a riparare oggetti che, forse, sarebbe meglio buttare ma non ci riesco perché mi piacciono anche imperfetti e senza contorni definiti.
Così semplicemente unici.
©Lughe
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le parole possono essere meravigliosi arcobaleni.
Molte grazie, per aver sostato e per aver lasciato un pensiero.
words can be wonderful rainbows.
Thank you so much for stopping by and leaving a thought.
les mots peuvent être de merveilleux arcs-en-ciel.
Merci beaucoup d'être passé et de laisser une pensée.