La storia si ripete tra le parole vergate nelle pagine bianche di quaderni ben custoditi.
Un altro è giunto alle sue ultime pagine e, andando a ritroso, mi accorgo che è pieno di piccole frasi, appunti, schemi, biglietti, foto e disegni tracciati con leggerezza in questo blu e bianco che mi rappresenta.
È come se fosse una storia senza un inizio e senza una fine segno della confusione che fa a pugni con la razionalità.
È l'emblema della fragilità ben nascosta agli occhi delle persone, quella fragilità che spesso permette agli altri di ferirmi.
Apro la scatola e ogni quaderno racconta un periodo, un momento ed è come se in un attimo venissero proiettati tutti i ricordi, le sensazioni, i sapori.
Alcuni non ci sono più, volati nel fiume in quella notte di tanti anni fa, come se gettandoli potessi cancellare il dolore, l'odere del disinfettante.
Pare ovvio che non è servito perché ci sono persone che mancheranno sempre.
Scrivo, scrivo e mi chiedo a chi? Anche se la risposta la conosco da sempre: scrivo a me.
Perché scrivere mi aiuta a capire, a vedere, ad ascoltare e, mi aiuta, a diradare la nebbia dei pensieri confusi.
Così semplicemente.
©Lughe
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le parole possono essere meravigliosi arcobaleni.
Molte grazie, per aver sostato e per aver lasciato un pensiero.
words can be wonderful rainbows.
Thank you so much for stopping by and leaving a thought.
les mots peuvent être de merveilleux arcs-en-ciel.
Merci beaucoup d'être passé et de laisser une pensée.