"Dove sei" mi hanno chiesto tante volte da aver dimenticato il numero; "dove sei" la domanda più sentita nel corso della mia vita ma la risposta era lì, è sempre stata lì, bastava sforzarsi di andare oltre l'aspettativa.
Così, "dove sei", è diventato un mantra insieme a "cosa stai pensando", ripetuto all'infinito.
Sono qui! Ma non tutti riescono a vedermi perché ci vuole impegno per vedere qualcuno, vederla veramente.
La domanda resta sospesa nell'aria come la goccia di pioggia che rimbalza tra le foglie prima di sciogliersi tra i sassi, senza che la risposta arrivi a destinazione: in fondo la risposta non interessa.
E tutto ricomincia come un disco graffiato dove la puntina si inceppa ripetendo all'infinito la stessa nota, lo stesso acuto fino a che qualcuno non solleva la puntina e ferma quei suoni.
E tutto ricomincia come un disco graffiato dove la puntina si inceppa ripetendo all'infinito la stessa nota, lo stesso acuto fino a che qualcuno non solleva la puntina e ferma quei suoni.
"Dove sei?"
"A cosa pensi?"
Sono qui!
Ascolto musica per coprire il rumore di domande inutili.
©Lughe
ascoltando: Jung Kook
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le parole possono essere meravigliosi arcobaleni.
Molte grazie, per aver sostato e per aver lasciato un pensiero.
words can be wonderful rainbows.
Thank you so much for stopping by and leaving a thought.
les mots peuvent être de merveilleux arcs-en-ciel.
Merci beaucoup d'être passé et de laisser une pensée.