Carissima,
non credo nelle
coincidenze, credo negli incontri e per questo rispondo al tuo lunghissimo
messaggio, dopo lunga riflessione consapevole che le strade che si percorrono
non sono né possono essere uguali per tutte e che i cambiamenti sono insiti
nella crescita, nell’essere donne, ma e, soprattutto, sono il risultato dei
“dolori” che lasciano segni nell’anima, e ancor di più, il cambiamento, avviene
nell’elaborazione di quel dolore che, della vita, vorremmo non facesse parte
mai ma, ne fa parte.
Seppure è vero che,
per alcuni momenti, vorremmo ci porgesse la guancia la “bestia” del lato oscuro
per restituirgli tutti gli schiaffi che abbiamo ricevuto è anche vero che
restituirglieli non cancellerà le ferite né le lenirà o rimarginerà invece alimenterà
ancor di più la tempesta di cui, “la Bestia”, si nutre.
Bada bene, non è
un armistizio è la consapevole certezza che quel lato non possiamo cancellarlo,
cambiarlo, né renderlo migliore perché non è un male autoprodotto, ma il frutto
del male che qualcun altro ha fatto, possiamo solo combatterlo fino al suo
annientamento.
Sfiancarsi,
permettergli di rubarci le energie e con esse la voglia di ricominciare a
guardare al mondo con sguardo sereno, danneggia solo noi, rendendoci vittime
impotenti, rassegnate all’oblio di una vita senza speranza.
Se ci facessimo
dominare dalla rabbia che “la bestia” genera, quel marchio a fuoco sulla nostra
anima continuerebbe a sanguinare “uccidendo” anche l’ultima possibilità di
guardare al futuro con rinnovata fiducia e “uccideremmo” l’ultima possibilità
di respirare le mille sfumature calde che, nonostante tutto, questa vita
bislacca ha in serbo per noi, ed è per questa piccolissima possibilità che
continuiamo a guardare il bicchiere e a vederlo mezzo pieno.
Carissima,
comprendo fino in fondo la tua riflessione e pur riconoscendo molte lucide
verità il mio cuore, sa che noi, e solo noi, possiamo scegliere la strada da
percorrere e scegliere, quindi, la luce o il buio.
A quel buio ed
alla “bestia”, moltissimi anni fa, ho fatto l’occhiolino e ciò che ne ho
ricavato è stato dolore aggiunto al dolore che ha frantumato in minuscoli pezzi
quel poco che restava della mia anima ed ha inaridito il cuore.
Giocavo a
rimpiattino con il buio, ma non lo affrontavo, perché affrontarlo significava
rivivere momenti che volevo non fossero accaduti ma erano successi, ne portavo
i segni, e non era dipeso da me.
Eppure scivolavo
sempre più nell’abisso profondo, pieno di lacrime, di rabbia, di solitudine e
disperazione facendomi divorare dalla “bestia”.
Quando mi resi
conto che il buio era l’unico colore che conoscevo, che l’unico suono era il
pianto ero troppo stanca, essiccata e arrabbiata, con me, per reagire e spensi
la luce.
Sono stata
fortunata qualcuno, allora, afferrò le mie mani impedendomi di perdermi
nell’oblio del dolore e del lato oscuro di quel dolore.
Ripenso spesso a
quei lunghi mesi di veglia e sonno, alla delicatezza dell’amore discreto che mi
circondò, alle favole sussurrate, alle poesie di Cummings.
Ancora oggi,
mentre lascio che i pensieri divengano parole per una lettera che ho deciso di
pubblicare perché mi hai trovata, so con l’assoluta certezza che fu quello il
memento della mia consapevolezza.
Non avevo dato
voce all’evento perché dargli voce significava renderlo reale, ma per quanto mi
ostinassi a negarlo, fino al punto di autodistruggermi, era accaduto e solo
affrontandolo avrei potuto ricominciare a vivere, solo a quel punto avrei sconfitto
e relegato al confino “la bestia”.
No, mia cara, non
sono migliore di te, non lo sono affatto.
Sono solo una
delle tante Donne che ha conosciuto il buio profondo e ha promesso a se stessa
che mai più nella vita da esso si sarebbe fatta dominare. Come, tante, ha
capito che questa vita bislacca, a volte, ingiusta merita comunque di essere
vissuta.
Il libro in
francese che ricordi è una sfida per ricordarmi di non arrendermi di fronte
all’ennesima difficoltà, per quanto grande possa essere.
Un modo per
ricordarmi di guardare non a ciò che non posso fare, ma a ciò che posso e devo
fare per affrontare quell’incognita buia dell’altra faccia della medesima
difficoltà.
Il bisogno è
reciproco perché solo insieme siamo in grado di riconoscere tutte le “lingue” e
“dialetti” che questo grande libro chiamato vita ha nelle sue pagine.
Non abbiamo
bisogno di essere salvate, per questo, forse, i Principi azzurri vivono solo
tra le pagine dei libri e non nel mondo reale.
Abbiamo bisogno
di un uomo che ci regali il suo cuore e che custodisca il nostro come il dono
più prezioso che hanno, che ci stringa la mano accettandoci per ciò che siamo e
che sia disposto a fare un po’ di spazio anche a quel bagaglio scomodo che fa
parte di noi.
Infine vorrei
lasciarti una citazione di Harold Norse che dice: “Stiamo cercando ragioni
razionali per credere nell’assurdo”, è questa la vera follia, cercare ragioni,
per una violenza, un brutto male, un lutto, che non sono legati alle nostre
scelte, che non dipendono da noi e che ragioni non hanno.
Continuiamo a
darci colpe che non abbiamo e la continua ricerca è ciò che non ci fa relegare
la “bestia” negli antri più profondi facendola affiorare all’improvviso
rinnovando un dolore che consuma solo noi.
Il passato, quel
passato, non si può cancellare e farà parte di noi per sempre come ne farà
parte, quello dipende solo da noi.
Con profonda
stima,
Nessun commento:
Posta un commento
le parole possono essere meravigliosi arcobaleni.
Molte grazie, per aver sostato e per aver lasciato un pensiero.
words can be wonderful rainbows.
Thank you so much for stopping by and leaving a thought.
les mots peuvent être de merveilleux arcs-en-ciel.
Merci beaucoup d'être passé et de laisser une pensée.