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31 marzo 2025

©lacrime

Il suono del telefono mi ha fatto sobbalzare come se sapessi che avrebbe parlato di te, che mi avrebbe detto che non ci sei più.
Ed è così!
Non ci sei più e mi manca il fiato e vorrei urlare ma resto immobile, senza lacrime, con la mano poggiata sul cuore a voler fermare il battito impazzito.
Tre lunghi anni di cure dolorose, di giorni fatti di speranza e altri pieni di disperazione in questo sali e scendi emozionale che spesso ti vedeva esausta ma non mollavi: non hai mai rinunciato neanche quando era così difficile da togliere il sonno.
La tua video chiamata che sapeva di addio e le tue parole: "volevo vederti" lasciate scivolare in un sussurro, un dolce caldo abbraccio.
Mi mancheranno i nostri caffè estemporanei, i tuoi "u scimunito", il tuo sorriso franco e aperto che regalavi solo a chi stimavi.
Mi sei piaciuta subito e subito abbiamo legato perché eravamo simili seppur diverse ma ci ha legato la sincerità e lo sguardo.
Mi mancherai.
Mi manchi già.
©Lughe



©buio

La notte mi piace perché raccoglie quel silenzio tonificante dopo giornate caotiche ma il buio assoluto mi spaventa ancora.
Ho bisogno di avere sempre una piccola luce accesa perché le ombre non definite, nonostante il tempo, mi spaventano ancora.
È confortante addormentarsi al chiarore di una piccola luce blu, mi ricorda il cielo stellato e la calma del mare nei giorni di primavera.
Così le ombre scompaiono e quella sensazione di impotenza se ne va.
Ci penso spesso alla mia età e a questa unica paura mai superata, mai veramente metabolizzata.
Mi piace il silenzio della notte ma il buio, ancora, mi fa paura.
©Lughe


30 marzo 2025

©imperfetta

Scivo con la penna rossa quando tutto assume contorni indefiniti e la penna rossa mi illude di poterli definire.
In realtà non succede mai, ma insisto come quando pretendo di riparare oggetti che sarebbe meglio buttare e non ci riesco mai.
Lo so, eppure continuo nonostante il risultato, a volte, sia pessimo ma li guardo e quella imperfezione mi consola, mi fa sentire perfetta per quella imperfezione: diversa e imperfetta in questo mondo di super perfetti.
Questo mondo che identifica tutto con etichette sterili e in una lingua che non è la mia: "you are perfect", "you are trendy", "you are socially on top".
Quando assisto a dialoghi come questi (in metrò succede spesso) capisco, se ce ne fosse bisogno, che mi piace moltissimo la mia imperfezione, il mio essere sempre fuori tema, stonata in melodie noiose e non armonizzate, perché non mi interessa che le persone siano perfette mi interessa che siano se stesse, imperfezioni comprese.
Sono quelle imperfezioni che rendono le persone uniche in un mondo che ci vuole tutti uguali e perfetti.
Ma perfetti per cosa?
Chi stabilisce cosa è perfetto e cosa non lo è?
Così scrivo con la penna rossa e mi ostino a riparare oggetti che, forse, sarebbe meglio buttare ma non ci riesco perché mi piacciono anche imperfetti e senza contorni definiti.
Così semplicemente unici.
©Lughe


29 marzo 2025

©capirsi

Capirsi è  l'azione che due individui devono fare, sempre.
Capire l'altro a volte è un'impresa epocale perché non ci ascoltiamo, sentiamo senza ascoltare ma per capirsi bisogna prima di tutto ascoltarsi.
Così le parole scivolano, si arruffano, si frammentato con gli "emm", i "cioè", senza capire veramente ciò che l'altro sta cercando di dire.
Capirsi richiede una buona dose di amore, senza quello è quasi impossibile.
In questi mesi mi siedo lontano e ascolto anche quello che le parole non dicono ma il corpo si e, spesso, è in totale distonia con le parole.
Da lontano si capisce moltissimo e non sempre è positivo quello che si vede.
La delusione è sempre lì pronta a ricordarci quanto ci siamo sbagliati.
Perché è così difficile essere sinceri?
Perché la verità spaventa così tanto?
Penso da sempre che la verità ci rende liberi perché è quella che può unire o allontanare e se allontana allora è palese l'incompatibilità.
Amarsi è anche questo altrimenti non è amore, è altro e può andare bene lo stesso ma non è amore.
©Lughe


28 marzo 2025

©lentamente

La storia si ripete tra le parole vergate nelle pagine bianche di quaderni ben custoditi.
Un altro è giunto alle sue ultime pagine e, andando a ritroso, mi accorgo che è pieno di piccole frasi, appunti, schemi, biglietti, foto e disegni tracciati con leggerezza in questo blu e bianco che mi rappresenta.
È come se fosse una storia senza un inizio e senza una fine segno della confusione che fa a pugni con la razionalità.
È l'emblema della fragilità ben nascosta agli occhi delle persone, quella fragilità che spesso permette agli altri di ferirmi.
Apro la scatola e ogni quaderno racconta un periodo, un momento ed è come se in un attimo venissero proiettati tutti i ricordi, le sensazioni, i sapori.
Alcuni non ci sono più, volati nel fiume in quella notte di tanti anni fa, come se gettandoli potessi cancellare il dolore, l'odere del disinfettante.
Pare ovvio che non è servito perché ci sono persone che mancheranno sempre.
Scrivo, scrivo e mi chiedo a chi? Anche se la risposta la conosco da sempre: scrivo a me.
Perché scrivere mi aiuta a capire, a vedere, ad ascoltare e, mi aiuta, a diradare la nebbia dei pensieri confusi.
Così semplicemente.
©Lughe



27 marzo 2025

©sister

Sono giorni strani, confusi, caotici e, a volte, malinconici.
Non sono capace di dirti quanto tu sia importante, quanto quella mano stretta nella mia rende questo periodo più facile da attraversare.
Tu ci sei sempre stata e ci sei sempre col tuo sorriso, le tue battute il colore del tuo volermi bene con discrezione ma presente.
Senza di te quel lungo periodo di paura e incertezza non sarei riuscita a superarlo, tu eri qui accanto pronta a sorreggermi quando barcollavo.
Tu sei la luce che mi riporta a casa quando la notte è buia e oscura.
Ti voglio bene amica mia di quel bene che dura per sempre, che supera le tempeste della vita e che fa del tempo solo attimi condivisi.
Tu sei la sorella che ho scelto e che mi ha scelto e questa famiglia è casa, sempre.
I love you, more than the stars and the whole universe.
P.©Lughe




26 marzo 2025

©semplice


L'amore è una cosa semplice perché l'amore non ha motivi, non ha spiegazioni.
L'amore è una cosa semplice e nasce dall'incanto di uno sguardo, dalla mano che stringe la tua in un momento di difficoltà.
Così semplice da lasciare, anche, quando finisce il per sempre nel cuore.
L'amore, quel sentimento dalle mille sfumature e dai nomi diversi e,  quando è sincero dura per sempre.
Oltre la nostra volontà, oltre la morte, oltre la razionalità, oltre il domani.
©Lughe


©notte

Notte e nella pallida luce della luce di lettura le parole scivolano nel susseguirsi del racconto.
Leggere nelle notti silenziose pacifica l'anima e fa battere il cuore.
Un racconto struggente e pieno di doviziosi dettagli, perfetto per una notte così.
La musica, quasi impercettibile per non disturbare il sonno altrui, mentre viaggio in luoghi lontani e senza tempo.
Quando il sonno non è compagno e Mirfeo è in vena di dispetti, leggere è un toccasana per il corpo e l'anima, in questo periodo pieno di macigni e ostacoli, a volte, passare una notte così leggendo, scrivendo, mi riconcilia col mondo, quel mondo che oggi mi sta stretto, come le scarpe di un  numero sbagliato.
È difficile essere sempre sorridente, comprensiva. 
Difficile quando l'unica cosa che vorrei fare è urlare: "sss, silenzio, zitti tutti" e poi scappare lontano.
Sparire per un pò per rimettermi insieme, per ritrovare quella parte di me soffocata dalle responsabilità, dal dovere.
Così semplicemente, senza nessuna spiegazione, tanto chi dovrebbe ormai non ascolta da tanto tempo.
Si! Così semplicemente, in un luogo pieno di luce, aria e colore.
Questo grigio mi annebbia il cervello, mi anestetizza i sensi.
Così semplicemente..
©Lughe

25 marzo 2025

©parole

La cura con cui lasciamo scivolare pensieri è il segno della attenzione che abbiamo verso l'altro.
Le parole se non usate con cura possono ferire o possono oltrepassare quella barriera di protezione che ci tiene al sicuro dalle delusioni e dal dolore.
La forza con cui ci investono o la delicatezza con cui ci accarezzano ci permettono di allontanarci o di fidarci.
Per questo penso sempre alle parole da usare, perché possono fare male o essere un abbraccio delicato.
È per questo che ho molta cura delle parole che lascio scivolare.
E tu?
©Lughe


©così

Le parole arruffate non trovano forma, non trovano un senso come suoni distonici.
Provo a dargli un senso, a trovare un modo per armonizzare ma più ci provo e più si accartocciano stridenti e acute.
Butto via il foglio e riscrivo ma il senso non trova la via.
Succede a volte  che i pensieri siano troppi o che le fragilità compaiono tutte insieme scatenando confusione e disagio.
Essere forti, a volte, è una maledizione perché quella forza lascia sempre qualche ferita che fatica a guarire.
Forti, sempre e comunque, per tutti sempre.
Così proprio e riprovo a dare un senso logico a questa confusione a questa sensazione di rottura.
A questa maledetta fragilità che apre varchi per ferirmi, che rompe quel muro faticosamente costruito per proteggermi.
La storia si ripete e questa volta non ho proprio voglia di essere forte.
Così...
©Lughe



24 marzo 2025

©cuore



Non ho saputo resistere e tornando indietro verso il metro di Piazza Duomo mi sono fermata in Santo Stefano.
La piazza è cambiata, il chiosco dei panini non c'è più ed è piena di macchine ma gli studenti seduti nelle panchine, per terra loro ci sono sempre.
È sempre romantica questa piazza forse perché è piena di ricordi.
Ho scattato la foto e non ho resistito, sotto gli occhi divertiti ed anche stupiti delle giovani e dei giovani ho fatto una pirouette, come in lungo abbraccio e sono andata via.
Avremmo riso a crepapelle e mi avresti preso in giro per questo mio attaccamento a questo luogo.
Lo fai sempre, sorrido.
Agust D nelle orecchie, un sorriso sereno sul mio faccione e via verso casa.
Oggi, amico mio, è una splendida giornata.
©Lughe

23 marzo 2025

©babbo

La malinconia è compagna in questi giorni, sarà la pioggia o questo cielo fosco o perché mi manchi, oggi più  che mai.
Ci hanno sempre detto che ci somigliavamo non solo per i tratti anche per quel carattere spigoloso che spesso feriva più noi che gli altri.
Quel carattere che ci faceva chiudere nelle difficoltà invece di aprirci.
Così abituati a far da soli che chiedere aiuto era una impresa impari, quel carattere che a volte ci allontava se le convinzioni erano forti.
E, forse, proprio per questo ci capivamo anche quando l'altro ci sembrava lontano anni luce.
Questo carattere che non ci fa mai lamentare anche quando ne avremmo tutti diritti.

È un tempo di decisioni e mi manchi perché solo tu riuscivi a farmi vedere quello che non vedevo e riuscivi a domare le mie paure.
Mi sembra di aver vissuto in apnea da quando non ci sei più e, mi sembra, di aver corso senza accorgermi di ciò che mi circondava.
Ti penso e le lacrime scivolano silenziose senza che riesca a fermarle: è un buco nel cuore.
Provo a razionalizzare, a dirmi le frasi dei luoghi comuni ma non cambia perché tu mi manchi.
Ora solo per un attimo vorrei appoggiarmi alla tua spalla e sentirmi dire ancora una volta: "piccola che c'è che non va?"
Ancora una volta, solo per un attimo.
©Lughe



22 marzo 2025

©gocce


Piove e penso a te.
Nelle sfumature di questo cielo vedo te e avrei voglia di camminare sotto questa pioggia con la musica nelle orecchie per provare a dimenticare, per lasciare andare.
Ma in  questo periodo tutto mi riporta a te che eri uno splendido fiore raro che germogliava nell'acqua.
Eri essenza delicata, eri voce soffusa, eri accordi di melodie struggenti ed eri abbracci silenziosi e sorrisi confortanti.
Oggi piove e la luce strana di questo giorno rifrange tra quelle gocce creando scie di iridescente.
Oggi piove e tutto mi riporta a te, dolorosamente a te.
©Lughe



21 marzo 2025

©di te che non parlo mai

Di te non parlo mai perché questa mancanza è un buco enorme che non si colma mai.
Una voragine lasciata nel cuore in una notte si pioggia per un addio senza ritorno.
Non so parlare si te negli schizzi di un quaderno non mio, conservato gelosamente che non sfoglio mai, sfogliarlo farebbe riaffiorare ogni attimo, ogni parola.
E farebbe riaffiorare il dolore di quella lunga notte di pioggia con la tua mano stretta nella mia che non lasciavi.
Quella lunga notte in cui ti ho detto di lasciare la mia mano, di smettere di soffrire.
Quella lunga e dolorosa notte che si è conficcata nel cuore come la punta di una freccia che nessuno riesce ad estrarre.
Tutto mi parla di te, anche quando non vorrei.
Non parlo mai di te perché di te non so parlare senza che il cuore faccia ancora male.




20 marzo 2025

solitudine


Intorno a me, spesso, noto una profonda paura della solitudine.
Non ho mai avuto paura della solitudine perché mi piace e mi piace quel senso di pace e di tranquillità che la solitudine regala.
Per questo scelgo con cura le persone con cui stare e le scelgo ogni giorno proprio perché stare sola non mi spaventa, anzi mi piace.
E quando dcelgo è per sempre, perché significa che hanno accettato tutto il sole che c'è in me ma altrettanto tutto il buio e in nessun momento hanno provato a cambiarmi.
La solitudine non mi spaventa ma ti ho scelto e ti scelgo ogni giorno perché amare qualcuno significa scegliersi ogni giorno.
Tu quando hai smesso di scegliermi?
Quando stare insieme non era più importante, a volte, essenziale?
Ci guardo ed è come vedere l'ombra di noi, siamo qui ma siamo ormai lontani.
La solitudine non mi spaventa mi spaventa di più chi ci fa sentire soli.
E tu lo fai e mi chiedo se ne vale ancora la pena stare qui.
©Lughe



legame

I pensieri, a volte, hanno bisogno di diventare suoni ma non sempre succede.
Come una meravigliosa melodia le parole per aver senso devono armonizzarsi perfettamente tra loro per rimanere nel tempo, per essere ricordate.
Sai i ricordi, spesso, sono legati a parole che nel tempo sono scivolate e anche quando non le capiamo completamente, lasciano qualcosa e diventano quel filo sottile che ci lega all'altro.
Quante parole hanno costellato la nostra strada?
Quante sono state argine per il fiume che avrebbe potuto travolgerci?
Semplicemente, senza richieste, senza nulla in cambio solo perché l'istinto ci diceva che  era giusto farlo, ed per questo che ci troviamo sempre, anche nei lunghi silenzi quel filo è rimasto saldamente al polso.
È così! 
Non so perché, so che è così da quella cartella rovesciata e quel libro di Cummings aperto sulla nostra poesia preferita.
È così, per quanto mi nasconda, tu mi trovi sempre.
©Lughe




19 marzo 2025

Tu


Sono giorni che ho il cuore pesante, come se qualcosa lo stringesse così forte da lasciarmi senza fiato, senza pensieri

Non riesco ad andare oltre la tua telefonata perché aveva il sapore di un addio eppure, nonostante razionalmente lo so  che è la fine, il mio cuore continua a sperare.

Tre lunghi anni di cure devastanti e alla fine la sentenza distruttiva: "Non si può fare più niente".

A volte la vita è proprio ingiusta.

Penso alle tue meravigliose ragazze che hanno messo in pausa la loro vita per starti accanto, per no  perdersi neanche un minuto del tempo che rimane.

Riuscissi a piangere, forse, questo macigno, che mi toglie il fiato, sarebbe un pò meno opprimente ma lacrime annegano il cuore senza trovare la via.

E ogni volta che il telefono suona il cuore manca un battito ed i perché si affollano senza trovare risposta.

Tu, meravigliosa Donna mi hai insegnato cos'è la vera forza.

Tu, mi hai insegnato cosa significa amare incondizionatamente anche quando i dolori sono così forti da spezzati

Tu..

©Lughe

Sottofondo narrativo


Tu es!

Alors tu as trouvé mes mots par une nuit pluvieuse comme il y a de nombreuses années.
Le vent souffle toujours fort et pendant un instant, juste un instant, ce fut comme si le temps n'avait pas passé.
Toi seul peux me trouver, tu me trouves toujours, c'est pourquoi tu es et seras toujours mon arc-en-ciel.
Tu es mon ami !

Lughe

Sottofondo narrativo

18 marzo 2025

cenere

Svanito nel tempo dei sogni
la figura si allunga nelle ombre della notte
la cravatta nella tasca della giacca, la camicia sbottonata
la malinconia come compagna.

Una cena come  speranza
le rose avvizzite la realtà
I pensieri che corrono ai ricordi lontani
nelle notti stellate abbracciato ad un sogno,
il tuo dire ha infranto.

Occhi blu, capelli corvini
il dolore del tuo cuore.

Sei scappato,
per non vedere il suo pianto
per non sentire la disperazione
di quell’addio scontato.

Guardi le tue mani
ti sembrano piene di cenere,
la cenere di un amore grande
bruciato per una notte effimera.

Scacci il pensiero,
in una casa vuota e silenziosa,
tra i tuoi fogli, la tua musica
la consapevolezza di aver gettato tutto al vento.

Lacrime scivolano silenziose
a volte un si costa tutta una vita.




cenere

sottofondo narrativo


17 marzo 2025

sole

Dopo la pioggia viene sempre il sole mi diceva mia nonna quando mi vedeva triste.

La vita è un pò così, le nuvole arrivano ma arriva anche il vento che le spazza via lasciando il cielo pieno di sfumature bellissime.

Essere tristi angoscia gli altri e quell'angoscia turba anche noi mi chiedo da sempre perchè non si può essere tristi.
La tristezza è parte della vita si può essere tristi e si può anche senza motivo o senza un motivo apparente.

Vorrei per una volta essere triste senza spiegazioni perché non sempre le spiegazioni riescono a connotare perfettamente quella tristezza.

Perciò oggi seppur la giornata è bellissima, il cielo è pieno di sfumature dell'azzurro, oggi sono triste.

Lughe


sottofondo narrativo

16 marzo 2025

fuori tema o quasi

La musica è casa e i brani i sassolini che mi riportano a casa, sempre.
Studio con la musica in sottofondo, leggo e scrivo, spesso, con la musica nelle orecchie.
Mi aiuta a pensare e tenere stretto ciò che è importante e ciò che si può lasciare.
E poi c'è il brano preferito, quello che mi accompagna da che ho memoria.
La prima uscita, il primo cinema, la prima passeggiata per Milano, il primo concerto e il primo bacio.
Ed è anche il brano dei giorni dolorosi, quelli che lasciano cicatrici ma che ti fanno crescere.
Quel brano è in tutte le mie playlist, qualunque genere racchiudono perché quel brano, in qualche modo, sono io.
È la mia storia.
I gusti cambiano mi ripetono spesso ma credo ci siano brani immortali perché la storia che raccontano potrebbe essere la storia di tutti, tutte.
La musica è come un bel libro, un bel film che puoi ascoltare a tutte le età ed emozionarti in modo diverso.
E seppur thick as a brick è  è sarà per sempre il mio brano, oggi ve ne sono altri che fanno da sottofondo e che mi emozionano.
La musica in fondo è questo, l'emozione di chi compone che arriva fino a noi e tocca le corde più sensibili lasciando scie di emozioni sulla pelle.
©Lughe





13 marzo 2025

Giorni

I giorni sono diventati mesi e poi anni eppure sembrano attimi infiniti, nei rintocchi di un tempo che sfugge.

Tutto è cambiato seppur nell'apparenza tutto è immoto: lo stesso viso, lo stesso sguardo, lo stesso sorriso eppure dentro tutto è come un bel vaso di cristallo in frantumi.

Ogni scheggia sono i minuti divenuti giorni nel recupero di un se macinato dagli eventi, dal post e dall'ansia altrui.
Macinato da domande che non avranno mai risposte sensate o logiche.

Non è il cancro la fase più difficile da accettare, è il dopo diverso e sospeso con cui fare i conti ogni giorno. 
E' quel cambiamento invisibile, che nessuno, o quasi, nota e che invece mi costringe a guardare all'io in modo diverso, e sono i silenzi che coprono spiegazioni impossibili da raccontare.

Sembra strano ma non è il cancro da superare e sopportare in quel: "non sei più malata, non sei guarita" che lascia in un limbo melmoso e puzzolente, è il corpo che cambia  inesorabilmente senza che quel lento declino si possa arrestare.

E' trascorso molto tempo da quel foglio pieno di numeri e percentuali che sembravano insulti sottili ma quel "non si rilassi, non è malata ma neanche guarita" che mi costringe a ricominciare ogni volta a costruire minuti il più possibile sereni se non spensierati.
E ogni giorno è un giorno in più prezioso e raro.

Il silenzio è stato, ed è, una calda coperta in cui rifugiarsi quando le parole non trovavano forma e le lacrime non trovano la via lasciando il cuore pesante e le schegge conficcate sempre più profondamente nella pelle.

In questo luogo provo lentamente, forse sconnessamente, a rimettere insieme i ricordi,  i giorni permettendo, finalmente, ai pensieri di trasformarsi in piccoli suoni e chissà che non siano la colla per rimettere insieme tutti quei frammenti di quel vaso di cristallo.

E chissà, magari domani sarà davvero un giorno nuovo.

12 marzo 2025

tempesta

Le parole possono essere meravigliosi arcobaleni o temibili tempeste e siamo noi che scegliamo l'una o l'altra strada.
Liberamente e, forse, sinceramente.
È  ciò che resta dopo quella scelta che dovremmo tenere a mente prima di far diventare i pensieri parole perché quando diventano temibili tempeste, spesso, lasciano macerie ingombranti che difficilmente si possono ignorare o superare.
Allora, forse, è meglio pensare alle ferite che le parole lasciano sulla pelle altrui. Le parole sono importanti e possono essere lame taglienti che la erano e le cicatrici che lasciano ci ricorderanno sempre la tempesta, non quello che vi è stato prima.
Ci ricordano solo quel fiume distruttivo e, spesso, inutile.
Per questo penso sempre alle parole da non dire e a quelle da dire sapendo che le parole possono ferire, anche quando conosco la storia, le emozioni o, proprio perché la conosco penso non sia necessaria la tempesta.
E penso che la cura con cui usiamo le parole sia fondamentale per dire anche quello che non vogliamo sentirci dire perché l'affetto è anche questo.
È difficile?
Quando non è difficile e, a tratti faticoso, relazionarsi con un altro essere umano?
Le relazioni quando in gioco ci sono i sentimenti sono faticose perché per voler bene ogni giorno bisogna impegnarsi altrimenti non è affetto o amore.
E l'amicizia non è l'espressione più nobile e pura dell'amore?
E se si, non può vivere di vita propria o si svuota di tutte quelle emozioni e sensazioni che rendono quel sentimento unico e duraturo.
Se tutto questo ammasso di parole è condivisibile, mi chiedo a cosa serva la tempesta se non a recidere le radici che fanno di questa amicizia pianta rigogliosa.
Ho imparato che le scelte si possono solo rispettare perché trattenere chi vuole andarsene alimenta solo la tempesta ma bisogna chiedersi se ne sarà valsa la pena perché non sempre quelle macerie avranno nuova vita.
Posso solo rispettare questa scelta ma non attraverserà la tempesta né aspetterò che finisca perché le macerie di oggi resteranno macerie anche domani.
©Lughe
La plante a besoin de nourriture pour vivre et si vous coupez les racines, elle meurt.
J'espère que la tempête que vous avez déclenchée ne vous submergera pas aussi et que les décombres ne vous feront pas plus de mal qu'ils ne nous ont fait mal.
Nous n'arrêtons pas d'aimer quelqu'un même lorsqu'il nous blesse inutilement, nous ne pouvons que nous en aller.
©Lugheù



11 marzo 2025

piove

La pioggia non è solo acqua che ci bagna, talvolta, sono riflessi di luce sull'asfalto.
Non è mai stato solo bianco o nero perché nel mezzo ci sono tutte le sfumature possibili: dal nero fino al bianco.
Mi chiedo come è possibile non vedere in quella sottile pioggia il ballo di una danza interiore che non si è mai placata nella libertà di essere, di esistere a dispetto di tutto e tutti.
Camminare lentamente sotto la pioggia con la musica nelle orecchie è liberatorio e lascia spazio ai pensieri senza ragionamenti contorti, senza schemi imposti e, soprattutto, senza il peso di quelle responsabilità che, spesso, spezzano il respiro.
La pioggia è melodia a se e in quella melodia c'è quella parte di me nascosta al mondo perché non tutti hanno il diritto di vederla.
Quella parte fatta di dolore e di gioia che solo chi cammina con me conosce, capisce senza bisogno di tante parole, perché chi ti ama è capace di ascoltare anche il silenzio.
La pioggia lascia sempre un velo di malinconia ma quella malinconia è fatta solo delle mancanze che il tempo non riesce a sanare.
Oggi piove eppure per me è una giornata meravigliosa piena di suoni soffusi.
©Lughe



10 marzo 2025

e se domani

Domani è già oggi ed è diverso, è complicato nelle parole non dette, nelle emozioni racchiuse in baccelli che non si sono mai aperti.
Domani è troppo lontano per aspettare riflessioni contorte e pregne di paure inutili perché la vita va vissuta oggi, non sapendo quanti domani ci saranno.
Non è vivere alla giornata, affatto, è rendersi consapevoli della realtà della vita.
Quale ragionamento porta a pensare che oggi non sia sufficiente o che non sia possibile viversi ogni attimo con intensità e serenità senza troppi ragionamenti.
Per una volta la leggerezza di un oggi pieno di emozioni perché responsabili lo siamo da tutta la vita.
Così semplicemente oggi!
©Lughe

07 marzo 2025

Rond jambe

 Cinq, sei, sett e otto..

le luci si accendono mentre i teli di velluto rosso lentamente si aprono, il battito del cuore accelerato, come dopo una lunga corsa. Gli occhi chius, un sospiro profondo per cercare di scacciare la paura di essere lì, l'emozione di essere lì.
Una luce dorata la illumina, bellissima nel suo abito lilla, sospira nell'attesa dell'attacco con lo sguardo sulla prima fila della platea, lì per lei, lì per assistere al suo esame, il suo sogno.
Note al flauto la scuotono e d'improvviso scompare la paura, svanita la timidezza, solo la musica struggente che corre lungo la spina dorsale arrivando all'anima, al cuore. Punte lilla si muovono delicate, volando, strusciando, in una nuvola impalpabile di seta.
atitude
piroette
rond jambe
pliè
reverance

lo scroscio di applausi la investe nell'immobilità della fine, gli occhi verdi come piccole luci scintillano, il cuore che fa capriole per l'emozione del ballo, un inchino elegante e i teloni di velluto si chiudono nel frastuono di applausi che fanno scivolare silenziose lacrime di gioia: il sogno realizzato!
Dietro le quinti abbracci la stringono, parole soffuse, sorrisi.
Corre fuori, tra quei ciottoli che ama, nella sera tiepida di una splendida Firenze e si volta ancora un attimo a guardare quel portone spalancato sul sogno realizzato, sorride felice, una giravolta e corre per raggiungere gli amici, che festeggeranno con le.

Un rumore improvviso, mani forti l'afferrano scaraventandola su quei ciottoli, lei grida, graffia, cerca di scappare ma quelle mani sono troppo forti.
La frugano lacerandole la carne e grida, grida con tutto il fiato che ha sentendo il suo sangue colare e mischiarsi con le lacrime. Un pugno le colpisce il volto, una mano le impedisce di urlare mentre l'altra, strappa, lacera conficcandosi nella carne, nell'anima e così come è iniziato improvvisa la fine, lasciandola lì sdraiata nel suo sangue.

La trovano così rannicchiata nel sangue che cola, lo sguardo spento, l'anima uccisa.
Qualcuno delicatamente la solleva, parlandole piano ma lei non capisce, vuole solo morire per non sentire più il dolore che sta lacerando e strappando la sua anima.

Lacrime scorrono bruciando sulle ferite, guarda quel portone e in un attimo tutto distrutto, tutto finito, chiude gli occhi e il grido che esce sconquassa l'aria, il silenzio.
Un grido di dolore, di disperazione che farà di lei una donna sopravvissuta all'oscuro buio, una donna che si rimetterà in piedi e sopravvivrà con pezzi mancanti.

Quei piccoli pezzi di se rimasti su quei ciottoli che nessuno potrà mai restituirle


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06 marzo 2025

Sax

Ti è mai capitato di guardare oltre gli sguardi di passanti distratti sentendoti disperatamente sola?
Ti è mai capitato di salire in macchina senza meta, solo la musica che ti accompagna, senza sapere il dove, il quanto ritrovandoti sempre lì dove il silenzio stride?
Quanti i visi, i profumi che per attimi hanno attraversato la tua vita lasciando solo parole e silenzio?

Mi allontano.

Sassi antichi sotto i piedi circondata da case basse, dai muri spessi  che danno sicurezza. Lentamente senza fretta percorro i vicoli respirando a pieni polmoni l’aria fredda profumata di legna, lasciando che la pioggia sottile mi bagni. 

Janis graffia il silenzio ovattato, sereno di questo borgo dal sapore antico ad un passo dalla metropoli caotica e confusionaria.

La corte spoglia nell’aria invernale eppure così luminosa e colorata.
Spalanco finestre per far entrare il canto del fiume per alleggerire il peso di promesse difficili da mantenere. Scivola lo sguardo

Tutto è diverso fatta eccezione per il sax e gli spartiti  sparpagliati, così come li hai lasciati tu.
Un sospiro lieve nella difficoltà di essere qui, nel dolore di essere qui.
Chiudo gli occhi e in un attimo questo anno e mezzo scompare, cancellato dai ricordi lievi che ancora si respirano. Tra sorrisi, scorribande, note al sax, fruscio di scarpette e sussurri al chiarore del camino acceso nei racconti di una vita condivisa.

Sospiro mentre una lacrima sfugge al mio controllo.

Una carezza quasi impercettibile al sax, a questa casa che racchiude gran parte della nostra vita e lentamente torno sui miei passi nella consapevole certezza che questo strappo nell’anima non si rimarginerà mai completamente.
Alzo il volume, l’abitacolo si riempie della voce graffiante di Janis nell’estate che non ci sarà più.


Graffi nell'anima di chi resta.


09.01.2008
Lughe

https://www.blogger.com/blog/post/edit/4087373211503989238/5773696862296486225



05 marzo 2025

mancanza

Quante cose avrei voluto dirti che non ti ho mai detto per il tempo e l'affetto che ci legava erano inutili eppure quella sensazione di parole perse mi è restata e mi resta ancora addosso.
Quante cose avrei voluto fare e vorrei fare con te, che solo con te avrebbero le sfumature della dolce allegria.

Percorro questa strada le case che sfilano dal finestrino, una ragazza sorridente parla al cellulare e improvvisa una giravolta, sorrido.

Un ricordo riaffiora improvviso.

Un corridoio che porta agli uffici, una giornata grigia, che fa di questa città ciò che è, una riunione che mi attende e una voce allegra che mi chiama.

Eccoti con lo sguardo accesso, sacchetti carichi di regali tra le mani e quel sorriso che lasciava senza parole sei la gioia di vivere fatta persona: "Ho fatto spese pazze nella pazzia della partenza."

Un passo di danza, in quel corridoio grigio che improvviso si colora delle sfumature della tua gioia.
(come mi manchi...)

Colleghi sulla soglia della sala in attesa ti osservano affascinati non solo dalla tua bellezza e con quel passo di danza salutasti tutti con un cenno della mano: "Salve sono la sorella di..."

sorrido.

Sono passati tantissimi anni e qualcuno mi chiede ancora di quella sorella tanto pazza ma bellissima e non ho avuto cuore di raccontare che non eri mia sorella ma, solo perché figlie di genitori diversi.

Contava poco non avere gli stessi geni, era solo un dettaglio di cui non abbiamo mai tenuto conto.

Sono a casa e senza rendermi conto compongo il tuo numero, è un giorno importante e, sentendomi un idiota, rimango lì a fissare il telefono, per un tempo che mi sembra infinito,  mentre calde lacrime scivolano silenziose.

passerà mai il dolore per la tua mancanza?



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04 marzo 2025

Di te che non so parlare

Il viale è già illuminato dalla pallida luce dei lampioni antichi.

Le ombre si allungano come ombre cinesi proiettate su muri di solida pietra e la nebbia sottile sfuma i contorni creando magie degne delle più belle fiabe di elfi e fate.

Il profumo della legna che arde piano nei camini è come la scia di molliche di pane che ti riporta a casa e il sentiero asciutto, circondato da piccoli arbusti sempre verdi sembra un nastro di raso a contorno di un dono tanto atteso.

Sulla panchina una rosa e qualche biglietto segno del passaggio di chi non dimentica.

Il silenzio che circonda questo piccolo angolo nascosto all'occhio indiscreto è caldo e dorato come la luce delle finestre della casa che si riflettono nel fiume.
Le dita si stringono un pò di più intorno allo stelo della rosa blu, è solo un attimo prima che piano scivoli in questo fiume che amiamo tanto.

Così d'incanto le dita si aprono e i petali blu ora sono sul dorso del fiume che li porterà lontano insieme alle parole, ai pensieri e all'amore che neanche il tempo e la morte riesce a scalfire.

Alzo lo sguardo e le finestre dolorosamente chiuse rendono ancora più triste questo giorno anche se, nonostante tutto, la sua forza, il suo splendore delicato trasuda da quelle finestre chiuse e i ricordi restano come tanti piccoli cristalli che luccicheranno per sempre.

Lentamente ripercorro il sentiero, con il cuore pesante per un altro anno senza te.



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03 marzo 2025

silenzio

Ti è mai capitato di guardarti intorno senza vedere via d'uscita? Senza scampo alcuno?

Mi guardo intorno tra volti conosciuti sentendomi sola.
Lingue diverse ci dividono allontanandoci ogni giorno un po' di più.
Strade diverse, a volte parallele, che non si incrociano.
Non si incrociano più.

Rileggo momenti, attimi, silenzi scoprendo di non aver vissuto mai veramente, tra responsabilità e senso del dovere.
Di non aver mai capito fino in fondo ciò che stava accadendo, senza poter impedire che la piena ci trascinasse via, lasciando detriti e macerie che non siamo stati capaci di portare via.

Faccio bilanci per esorcizzare il dolore e per tenere solo le parti migliori di questa vita stropicciata.
Non si può tornare indietro per rimediare ai solchi che si sono nel tempo formati. Non si possono cancellare i graffi delle promesse mai mantenute.
Si può solo andare avanti.

Sfoglio album che mi restituiscono i ricordi più dolci nella consapevole certezza di essere sempre stata sola.
Il sorriso, la lacrima, l'abbraccio di un tempo creduto magico che era invece apparenza patinata, ovattata di silenzi stridenti, notti solitarie.

Sono stata responsabile, ed eccomi qui, persa in quelle responsabilità che tolgono il fiato lasciandomi con il niente di pagine e pagine scritte fitte, fitte per fermare attimi di lacrime e sogni infranti.
Non mi conosci, non sai chi sono ed è questo che fa più male.
Non serve parlare, no arrabbiarsi.
Non serve, non più.

Mi rifugio nel mio silenzio di libri, musica, colori.
Il resto solo parole vergate su fogli bianchi che ingialliranno nello scorrere del tempo..

Silenzio..

Lughe
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02 marzo 2025

Amicizia

Quanto tempo è passato da quel giorno in Sormani? Le poesie di Cummings sotto il braccio e la cartella poggiata per terra che, regolarmente si rovesciava spargendo tutto il suo contenuto ovunque.
E' cominciata così, tu che raccoglievi le tue cose ed io che ti dicevo di stare attento e di fare silenzio e, quei semplici gesti hanno innescato qualcosa che dura da più di quaranta anni.

Il panino "smezzato" perchè non avevamo mai abbastanza soldi, consumato su quella panchina di Santo Stefano parlando di tutto e le lunghe passeggiate fino al Castello e poi l'arco della pace e giù, giù fino alla prossima fermata del metrò e all'improvviso eravamo a casa.

Le discussioni sulla musica, sulla politica, sui libri perchè la visione era diversa, le emozioni erano diverse e la sofferenza della crescita era diversa e la tua era molto più difficile della mia e quando uno dei due esagerava l'altro magicamente faceva comparire un libro di Cummings e tutto tornava al suo posto.

Siamo diventati grandi e come accade abbiamo fatto scelte diverse tu un lavoro che ti portava lontano io la famiglia e poi i figli eppure quel filo sottile che ci ha sempre unito non si è mai spezzato.

Non ricordo quando nè perchè cominciasti a chiamarmi Lughe ma questo nomignolo mi è caro e lo fai sembrare speciale anche se non lo è. A volte mi chiedo se ti ricordi come mi chiamo, sorrido.

Era tanto tempo che non passavo da te e avete cambiato i colori ma ci sono lo stesso numero di scrivanie, le stesse persone e nell'attesa, come sempre, mi sono seduta nel posto più lontano per osservarti e per stupirmi ogni volta mentre correggi, mentre firmi, mentre dai indicazioni con quella eleganza naturale che riempie la stanza.

Come me sei invecchiato, qualche ruga quà e là ma il tuo fascino carismatico è sempre lo stesso e lo scintillio nei tuoi bellissimi occhi viola per un attimo era lì quando i nostri sguardi si sono incrociati e hai detto: "Fra Lughe è qui": in fondo sei ancora quel ragazzo solitario e schivo di allora.

Abbiamo camminato e parlato fino al nostro caffè preferito e mi mancavano questi momenti. Davanti al solito americano ti ho detto: "Era davvero tanto tempo, mi sei mancato, e sono contenta che nonostante gli anni e la vita non ci siamo persi".

La tua risposta mi ha lasciato senza fiato: "non sarebbe possibile, tue sei la mia persona. L'unica a cui ho raccontato tutto, cose che non ho detto neanche a Francesco e tu sai quanto sia importante per me, ma potevo dirle solo a te che sei la mia persona. Lo sei anche se tu non sei mai riuscita a parlarmi di te ma ho capito non lo fai mai con nessuno, per questo spero che prima o poi ricomincerai a scrivere"

Lo sto facendo anche se nessuno lo sa, neanche tu.

Anche se sei l'unica persona al mondo che riesce a stracciarmi il cuore con ingenua semplicità..

Je t'adore, mon ami.

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Sottofondo narrativo


01 marzo 2025

Voci

Dicono che l'amicizia tra un uomo e una donna non può esistere ma te ed io siamo qui a dimostrare il contrario, Bro.

Questa lunga amicizia nata per caso è stata in molti momenti l'arcobaleno dopo la pioggia e il sole dopo le nuvole.
Quando la chemio ha cominciato a lasciare il segno e la nausea mi avvolgeva senza darmi respiro, tu eri lì silenzioso e discreto ma vicino.
Non mi hai mai chiesto "come stai" e non mi hai mai detto "passerà" hai camminato insieme a me e quando era troppo difficile mi hai lasciato piangere senza domande, senza inutili parole e quando la notte è diventata difficile perché la chemio funzionava ma lasciava dolori e stanchezza i tuoi vocali mi tenevano compagnia.

Quante storie mi hai raccontato in quei lunghi mesi e letto poesie, strane per la verità, così semplicemente come solo un vero amico sa fare. 

Tutto è passato ma so che quel periodo è stato difficile per te quanto per me perchè è vero che stavo male ma tu dovevi convivere con l'impotenza che spesso si presenta davanti ad una malattia così grave e devastante.
E se vuoi bene a qualcuno quel impotenza diventa dolore.

Ero spezzata ma tu non mi hai permesso di rinunciare e di questo ti sarò grata per sempre, Bro.
Tu sei la mia persona.
Sei quella persona a cui posso raccontare tutto perchè, tu, conosci anche quei lati scuri che non vede nessuno. 

La nostra amicizia ha attraversato le intemperie della vita e quando hai deciso di partire perchè ogni angolo di questa città ti ricordava l'amore della tua vita che non c'è più, sapevi che avrei capito: era il momento di starti vicino come tu avevi bisogno.

Mi mancano i nostri caffè di corsa, le passeggiate lungo le vie di questa città parlando di tutto e di niente ma spero tu abbia, almeno un pò, ritrovato la serenità.

Tu sei la mia persona, Bro, e questo non potrà mai cambiare.

Grazie!

Lughe

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ciao, sei tra le parole di Lughe

se hai voglia e mi lasci un tuo pensiero ti leggerò con piacere.
Grazie, per esserti fermat@ tra le mie parole, spero ti abbiano fatto compagnia.

ARRIVEDERCI A PRESTO

FREE PALESTINA

FREE PALESTINA
FATE SILENZIO QUANDO I BAMBINI DORMONO NON QUANDO VENGONO UCCISI.

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Ciao, quello che hai letto sono le parole di Lughe, se condividi, se prelevi, lascia un messaggio, per favore. Verrò a leggerti con piacere. Grazie!

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